BOLOGNA, Dozza: Muore un 37enne pare morto di infarto - GENOVA, Marassi: 3 detenuti si cuciono la bocca per protesta, un altro detenuto per cercare di evitare l'espulsione ha mangiato 4 pile - PIACENZA: un detenuto si è autolesionato e tornato dalle cure mediche ha distrutto i suppellettili della sua cella - SICILIA, Ragusa: Scoppia un incendio per un guasto ad una bomboletta a gas, lievi ustioni - SULMONA: Il carcere è invaso di topi! - ROMA, Rebibbia: una donna malata di epatite C, AIDS e tumore al cervello, considerata invalida al 100% è obbligata a rimanere nell'infermeria del carcere per scontare una pensa di 2 mesi e 24 giorni - NOTAV: Inspiegabile blocco dei colloqui con amici e famigliari per Niccolo, Claudio, Chiara e Mattia arrestati con lo spauracchio del terrorismo - Il presidente della corte d'appello di Milano alla cerimonia di apertura dell'anno giudiziario dichiara che l'unica soluzione al sovraffollamento attuale è l'indulto - FERRARA: Paolo Forlani, Monica Segatto, Luca Pollastri, Enzo Pontani condannati per aver ucciso a botte Federico Aldrovandi sono di nuovo liberi e in divisa dopo 6 mesi - G8: Niente risarcimento per un manifestante ingiustamente imprigionato perché nonostante non facesse niente di illegale, compariva in alcuni video vicino a dove ci sarebbero state delle violenze - ROMA, Pontegaleria: 13 rinchiusi al CIE si sono cuciti la bocca per le condizioni e per i tempi di permanenze
GENOVA, MARASSI: il 9 gennaio un uomo a tentato di impiccarsi alla finistra nella sua cella - SANTA CATERINA, PISTOIA: Tenta di impiccarsi nella cella d'isolamento pochi giorni dopo del suo arresto e la moglie ne viene a conoscenza solo una volta recatasi al colloquio - BUONCAMMINO: Roberto Congiu rischiava di morire nella sua cella in seguito all'esplosione di una bombola di gas, ustionato per il 60% del corpo e costretto a portare un busto a causa delle gravi lesioni riportati alle vertebre tornato finalmente a casa chiede aiuto e giustizia - POGGIO REALE: Vincenzo Di Sarno 35enne da 5 anni in carcere, gravemente malato di una malattia per cui nessun carcere è adeguatamente attrezzato, dopo essersi visto rifiutare i domiciliari, con una lettera al Presidente della Repubblica chiede l'eutanasia - TORINO, CARCERE MINORILE: Tenta il suicidio un ragazzo al compimento della maggiore età - SANTA MARIA MAGGIORE: Rinviati a giudizio altri 3 agenti penitenziari Stefano Di Loreto, Leonardo Nardino, Franco Sacco per il caso della cella 408 scoperta dopo che il 5 marzo 2009 Sherib Debijau ci si è impiccato con una coperta. Il giudice ha emesso anche una prima sentenza di condanna con rito abbreviato di 6 mesi di reclusione per omicidio corposo e 5 mesi e 10 giorni per abusi per Elena Caputo, sono stati prosciolti Di Pietro Leo e Vincenzo Amoroso perchè incredibilmente non erano a conoscenza delle torture e degli abusi che regolarmente accadevano dentro tale cella - STATI UNITI: Seconda esecuzione del 2014 in Oklahoma mediante iniezione letale ad un afro americano di nome Michael Lee Wilson, la prima esecuzione risale invece al 7 gennaio in Florida - RAVENNA: Attivato l'utilizzo del braccialetto elettronico per i detenuti agli arresti domiciliari - SVIZZERA: Marco Camenish anarchico detenuto da molto tempo entra in sciopero della fame - FIRENZE, SOLLICCIANO: Durante una passeggiata di una parlamentare di SEL i detenuti le lanciano brandelli di quelli che erroneamente vengono definiti materassi, poi riunendosi in assemblea hanno descritto le condizioni inumane della loro detenzione - Venerdì 10 gennaio 120 prigionieri hanno occupato uno spazio comune per protestare contro la mancata consegna del sopra-vitto - TORINO: Il 13 gennaio il tribunale del riesame ha confermato le misure cautelari in carcere e il reato di attentato con finalità terroristiche per i 4 NOTAV arrestati il 9 gennaio: Niccolò, Chiara, Mattia, Claudio. Durante la giornata alcuni cessi sono stati intasati allagando alcuni locali del tribunale - BOLOGNA: l'11 gennaio un detenuto della Dozza ha dato fuoco al materasso di spugna per protestare contro le condizioni di sovraffollamento e degrado - OUTLAW: Il 17 gennaio avrà luogo un ulteriore udienza del processo per associazione a delinquere con finalità eversiva per i compagni del Fuoriluogo. Rinnoviamo l'invito a partecipare
Video che racconta la presentazione del volume DENTRO LE GANG. Giovani, migranti e nuovi spazi pubblici (Ombre Corte, Verona, 2009) di L. Queirolo Palmas all interno della rassegna MERYXM all XM24 di Bologna il 19 maggio 2010. Le immagini di copertura sono tratte dal film LA VIDA LOCA di Christian Poveda. I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire âbandeâ: unâetichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati. Il filo rosso dellâinterpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità , quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
presentazione libri
GIOVEDI 3 GIUGNO 010, ore 19,00
L'uniforme e l'anima.
Indagine sul vecchio e nuovo fascismo
Edizioni Action30, Bari 2009
Festival sociale delle culture antifasciste
http://2010.fest-antifa.net/ al modo info shop, libreria di via Mascarella
COLLETTIVO Action30: formatosi tra il 2005 e il 2006, è un gruppo multivocale composto da grafici, fotografi, disegnatori, video-maker, ricercatori, giornalisti e attivisti, residenti in Italia e in Francia, il cui obiettivo è percepire le “nuove” forme di razzismo e di fascismo usando gli anni 30 del XX secolo come una lente d’ingrandimento.
La tragica lucidità di quegli anni serve, infatti, a rendere meno opachi i paesaggi di oggi e a stimolare nuove posture critiche e creative.
In pochi mesi siamo passati da “niente è fascismo” a “tutto è fascismo”. Ma in che cosa il nuovo fascismo differisce dal vecchio? Vecchio e nuovo si escludono a vicenda o possono invece convivere, sovrapporsi, articolarsi, magari confondersi in qualcosa di più difficile da afferrare e quindi da combattere?
Piuttosto che rispondere a queste domande, L’uniforme e l’anima cerca di farle emergere in tutto il loro spessore storico e critico, etico e politico.
Un viaggio nel cuore di tenebra delle società contemporanee. Una ricerca sul rapporto tra “vecchie” e “nuove” forme di razzismo e fascismo attraverso il pensiero di alcuni protagonisti della vita intellettuale e politica dagli anni 1920-30 ad oggi.
I ricercatori del collettivo Action30 hanno mobilitato alcuni autori che in modi e tempi diversi si sono interrogati sul tema: Georges Bataille, Jonathan Littell e Klaus Theweleit, George Jackson, Pier Paolo Pasolini, Michel Foucault, Gilles Deleuze e Félix Guattari, Giorgio Agamben, Umberto Eco, James G. Ballard. Ne è scaturito un confronto originale e a volte sorprendente, nel quale s’intrecciano diverse prospettive critiche:
Incontro con gli autori Pierangelo Di Vittorio, Enrico Mastropierro, Andrea Russo, e Giuseppe Palumbo
Un viaggio nel cuore di tenebra delle società contemporanee. Una ricerca sul rapporto tra “vecchie” e “nuove” forme di razzismo e fascismo attraverso il pensiero di alcuni protagonisti della vita intellettuale e politica dagli anni 1920-30 ad oggi.
Incontro con gli autori Pierangelo Di Vittorio, Enrico Mastropierro, Andrea Russo, e Giuseppe Palumbo
Un viaggio nel cuore di tenebra delle società contemporanee. Una ricerca sul rapporto tra “vecchie” e “nuove” forme di razzismo e fascismo attraverso il pensiero di alcuni protagonisti della vita intellettuale e politica dagli anni 1920-30 ad oggi.
le indagini storiche di Michel Foucault, la tradizione dell’operaismo italiano, gli studi di Philippe Lacoue-Labarthe e Jean-Luc Nancy sul mito nazista e sul rapporto tra estetica e politica, l’analisi dei miti pop inaugurata da Roland Barthes.
Il risultato è un volume unico nel suo genere, insieme erudito e militante, denso e tagliente, destinato ad alimentare il dibattito filosofico e politico.
Il libro ricostruisce con dovizia di particolari, fatti e personaggi, un capitolo cruciale del nostro recente passato: i morti rossi. Un libro che racconta tutto sui giovani rossi “morti di politica” per mano delle forze dell’ordine o dei neofascisti, nel quale l'autore racconta la vicenda umana e politica di ventidue ragazzi, raccogliendo testimonianze in tutta Italia e ripercorrendo un pezzo di storia ancora oscuro di questo Paese. Una testimonianza che contribuisce a far rivivere quei ragazzi nel ricordo di quanti li hanno conosciuti e amati. Di quanti, in molti casi, a oltre tre decenni di distanza, aspettano ancora una parola se non di verità, di giustizia.
Il libro ricostruisce con dovizia di particolari, fatti e personaggi, un capitolo cruciale del nostro recente passato: i morti rossi. Un libro che racconta tutto sui giovani rossi “morti di politica” per mano delle forze dell’ordine o dei neofascisti, nel quale l'autore racconta la vicenda umana e politica di ventidue ragazzi, raccogliendo testimonianze in tutta Italia e ripercorrendo un pezzo di storia ancora oscuro di questo Paese. Una testimonianza che contribuisce a far rivivere quei ragazzi nel ricordo di quanti li hanno conosciuti e amati. Di quanti, in molti casi, a oltre tre decenni di distanza, aspettano ancora una parola se non di verità, di giustizia.
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
I saggi raccolti in questo volume esplorano il mondo subalterno dei figli dell’immigrazione attraverso un lungo lavoro di ricerca condotto in diversi contesti urbani a contatto diretto con quelle aggregazioni giovanili che i media sono soliti definire “bande”: un’etichetta stigmatizzante che riflette la produzione di panico nei confronti delle pratiche di visibilità e socialità di strada dei giovani immigrati.
Il filo rosso dell’interpretazione risiede nel protagonismo individuale e collettivo dei giovani incontrati nel corso della ricerca. Non si tratta di nude vite, rinchiuse in un universo di impossibilità, quanto piuttosto di vite attive, capaci di produrre in modo creativo, pubblicamente, visibilmente, forme e luoghi di presenza e di resistenza.
Intervengono L. Queirolo Palmas e Paolo Languasco (Centro sociale Zapata)
Il primo «free weekly eretico», un esperimento folle di 12 pagine tutte a
colori che ogni giovedì a Milano cerca di «ribaltare la presa che i discorsi
autoritari e razzisti hanno sui ragazzi milanesi». Dodici pagine di carta
riciclata a colori con notizie sui movimenti e le subculture, commenti sulla
politica cittadina e tutti gli eventi in città per cui vale la pena muoversi.