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Lorenzo Pezzica, Isabelle Felici, Mayday Rooms - @ Italia, Emilia-Romagna, Bologna, Fondo Comini - ⌚ 2025-09-07 - 📁 2025
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Esiste ormai da tempo una rinnovata e consolidata storia e storiografia sull’anarchismo, che ha prodotto nuovi studi confrontandosi in particolare con le sollecitazioni provenienti da diversi campi di indagine storica che vanno dalla storia sociale, alla storia dal basso, alla storia orale, alla Public History, alla storia culturale e della mentalità, alla microstoria, alla riscoperta della ricostruzione biografica e non solo di storie collettive.
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Selva Varengo, Alberto (Abo) Di Monte, Vittorio Sergi - @ Italia, Emilia-Romagna, Bologna, Fondo Comini - ⌚ 2025-09-06 - 📁 2025
[705.7 MB | 1 h, 19 mins, 40 secs | kbps] - audio [opus | 2ch | 48000kHz] - video [av1 | 720 x 404 | 25 fps]
Viviamo un’epoca in cui la natura si sta ribellando alle scellerate politiche capitaliste e alla gestione statalista del territorio, che hanno contraddistinto la civiltà occidentale dal periodo post industriale: gli effetti degli estremi climatici (alluvioni, ondate di calore, siccità, etc.) sono ormai all’ordine del giorno in qualsiasi area del globo, la temperatura globale ha superato gli 1,5°C rispetto al periodo pre-industriale e non sembra avere intenzione di diminuire e qualsiasi accenno a “decrescere” viene osteggiato perché nemico del progresso. Le nostre vite si basano sullo schema produci-consuma-crepa e gli spazi e le persone che li attraversano sono solo merce di questo schema e non più soggetti attivi in grado di generare trasformazioni. Come anarchici e libertari abbiamo due metodi che nel recente passato si sono dimostrati efficaci a contrastare con esempi concreti il pensiero dominante: l’ecologia sociale e il mutuo appoggio. Con l’ecologia sociale si sancisce che il problema ecologico è strutturalmente connesso al sistema predatorio statal-capitalista, perché lo sfruttamento della natura così come quello dell’uomo sono frutto della medesima logica, e per eliminare gli inquinamenti derivanti dallo sfruttamento bisogna abbandonare la logica predatoria del capitalismo; il mutuo appoggio è proprio un esempio di come agire fuori dagli schemi statali e capitalistici e di come si potrebbe interagire con il territorio che ci ospita rispettandone le complesse dinamiche che in esso agiscono. Attingendo dalle esperienze di numerose iniziative di solidarietà dal basso che sono sorte in risposta alle recenti emergenze, discuteremo – insieme a Selva Varengo, Vittorio Sergi e Alberto (Abo) Di Monte – di che cosa ci insegnano ecologia sociale e mutuo appoggio sulla possibilità di trasformare gli spazi urbani e naturali in cui viviamo, e di come possiamo incorporare questi principi nella nostra vita quotidiana.
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Elia Arfini, Gruppo anarchico Germinal di Trieste, Erica Lagalisse - @ Italia, Emilia-Romagna, Bologna, Fondo Comini - ⌚ 2025-09-06 - 📁 2025
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All’inizio del ‘900, femminismo e anarchismo hanno avuto una stretta relazione, al punto da generare una terza corrente politica e intellettuale, l’anarcofemminismo –o anarcafemminismo. Un secolo dopo, questa relazione è al tempo stesso più forte e più debole. Più forte perché i femminismi contemporanei hanno indubbiamente una componente libertaria, nei temi e nelle pratiche. Più debole perché questa relazione viene raramente esplicitata e, sia da parte anarchica che femminista, non del tutto esplorata. Nel femminismo, manca un’analisi dettagliata delle intersezioni storiche e teoriche con il movimento anarchico. Nell’anarchismo, manca una riflessione capillare sull’inclusione delle pratiche e critiche femministe. Eppure, una maggiore intersezione tra movimenti anarchici e femministi è oggi più urgente che mai.
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Francesco Codello, Tomás Ibáñez, Salvo Vaccaro - @ Italia, Emilia-Romagna, Bologna, Fondo Comini - ⌚ 2025-09-06 - 📁 2025
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A cavallo fra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila l’influenza del pensiero e della prassi anarchica e libertaria sull’immaginario collettivo, radicale e non, è diventato sempre più significativa. In particolare, guardando ai movimenti sociali, il crollo del blocco sovietico, l’emergere dello zapatismo e lo scoppio delle lotte antiglobalizzazione inaugurate nel 1999 dalle proteste contro il WTO a Seattle, hanno reso evidente a tutti il cambio di paradigma e di parole d’ordine. E sul fronte dell’elaborazione teorica e politica, già a partire dagli anni Settanta alcuni pensatori e pensatrici radicali avevano colto la fecondità dell’approccio anarchico. Insomma, alle porte del nuovo millennio il marxismo appare screditato, l’anarchismo è l’unico giocatore rimasto e non sorprendentemente qualcuno annuncia l’inizio di un «secolo anarchico» (Grubacic, Graeber, Anarchism, Or The Revolutionary Movement Of The Twenty-first Century). Venticinque anni dopo, se ci guardiamo attorno la sensazione è però piuttosto sconfortante, non pare certo che l’anarchia abbia preso il sopravvento: gli ecosistemi stanno collassando, il capitalismo globalizzato sembra inattaccabile e alcuni dei movimenti di critica al sistema di maggior successo sono fascisti e fondamentalisti. E tuttavia persiste la sensazione che l’approccio anarchico sia non solo ancora valido ma forse il più efficace, addirittura per alcuni l’unica scelta sensata in questo momento storico (vd ad es. Crimethinc., Become an Anarchist or Forever Hold Your Peace). Date queste premesse, ci sembra importante riflettere su alcuni interrogativi: se l’influenza del pensiero e della prassi anarchica sull’analisi politica, sui movimenti sociali e su settori importanti della società civile è ormai un dato di fatto, tanto da essere un punto di partenza imprescindibile della critica dell’esistente, perché allora il movimento anarchico in sé e per sé appare ancora incapace elaborare un’alternativa concreta comprensibile ai più? Guardando a questo primo quarto di secolo, quale possono essere le considerazioni da cui partire per un’autocritica dell’anarchismo? Quali sono le sfide che abbiamo di fronte e i possibili modi per affrontarle?