Nella crisi economica che nel 2001 ha investito l’Argentina nascono centinaia di imprese recuperate e gestite dagli stessi lavoratori e lavoratrici. È una risposta spontanea alla disoccupazione e alla precarietà del lavoro e della vita messa in campo da uomini e donne che decidono di unirsi ed organizzarsi.
A distanza di dieci anni Zanon, ora Fabrica Sin Patrones,continua ad esistere e a rappresentare una proposta viva, possibile e reale di organizzazione del lavoro, divenuto finalmente bene comune e della società in generale.
Soggetto ed interviste: Marco Semenzin, Silvia Torneri
Riprese e montaggio: Andrea Paco Mariani
Post-produzione audio: Vasco Fondra
Footage d’Archivio: Gruppo Alavio
Smk Videofactory – 2011
RFaS è Giovanni Lami: Ableton Live+Max/Msp, strumenti acustici (kalimba, campane tibetane, shruti M1), microfoni a contatto, field recordings. RFaS non è un luogo confortevole. Un corpo denso di suoni prende forma da combinazioni di scricchiolii, fischi, grani, droni cupi e profondissimi, tutto mischiato a parti di silenzio quasi totale permeato da movimenti sonori quasi impercettibili. Il metodo musicale si fonda principalmente sulla processione massiccia di registrazioni ambientali provenienti dai luoghi più svariati: dalle spiagge spagnole, ai fiumi ed agli animali scozzesi, dalle voci nei musei al suono degli insetti, fino al campionamento di vinili di musica tradizionale/folkloristica; a ciò si aggiungono strumenti acustici processati in real time. Come un risveglio all’alba di un freddo inverno, in attesa che succeda qualcosa, aspettando una luce migliore e colori, dopo. Nulla è troppo marcato e nessun elemento richiama a se più attenzione degli altri, il grigiore umido che permea il suono è spesso mischiato con convulsioni di toni digitali, mentre rumori ambientali mormorano in lontananza al fianco di basse pulsazioni scure. La processione del segnale avviene sempre in tempo reale, creando livelli sonori complessi e stratificati, a volte totalmente diversi dall’originale, modificati, destrutturati, o semplicemente lasciati intatti ma completamente decontestualizzati, rendendoli così “altro” rispetto alla loro originalità spazio/temporale. http://soundcloud.com/alineh/sets/requiem1/